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NEWSLETTER LIZARD
NUMERO 5 - MAGGIO 2008

Gentile [NAME],

Ecco il numero di maggio della nostra newsletter. Troverà un nuovo caso con immagini e schermate degli esami. Verranno poi presentati due volumi del nostro negozio on-line e ci sarà un piccolo promemoria sugli appuntamenti di maggio e giugno.

IL CASO DEL MESE
Prendiamo in considerazione questo mese un caso legato a problemi dell’articolazione temporo-mandibolare. Il nostro “paziente” è un odontoiatra, dotato di un formidabile paio di masseteri, un tavolato occlusale completamente piatto, segno evidente di parafunzioni. L’esame posturale nella condizione occhi aperti, occlusione in massima intercuspidazione, mostra valori accettabili, con uno squilibrio minimo, in considerazione del peso corporeo.
immagine_1_acquisizione





























La sua oscillazione tuttavia appare, durante la registrazione, composta da momenti di stasi alternati a scatti improvvisi. Non essendo possibile riprodurre qui la dinamica ci affidiamo allo stabilogramma dove, oltre alle “montagne russe” compare una seghettatura del tracciato che indica appunto un movimento a scatti. 
immagine_2_stabilogramma 






























Questo ci porta a porre particolare attenzione agli aspetti stabilometrici. 
immagine_3_statokinesigramma 





























I valori stabilometrici presentano due evidenti alterazioni; il rapporto di forma (0,2) che indica un’oscillazione prevalentemente antero posteriore, in perfetta sintonia con l’assenza di guida anteriore, ed una Varianza di velocità (Var V.) decisamente eccessiva, pur in presenza di un’area ancora accettabile.
immagine_3_bis_statokinesigramma






























L’analisi separata dell’emisoma sinistro e destro porta alla nostra attenzione varianza ed area assolutamente inaccettabili sul lato sinistro del corpo. Ripetendo l’esame ad arcate svincolate i valori si normalizzano.

immagine_4__statokinesigramma_sovrapposto





























Nella nostra esperienza è capitato frequentemente di rilevare, in presenza di perdita di dimensione verticale, un’alterazione dell’oscillazione. Chiediamo al paziente se abbia problemi all’orecchio sinistro e ci dice di no. Alla nostra insistenza dice che sì, gli era sembrato di avere qualche problema, ma poi era stato dall’audiologo che aveva detto che tutto funzionava perfettamente. Subito dopo aveva trascorso quindici giorni al mare senza più alcun fastidio. Essendo odontoiatra gli prospettiamo l’ipotesi che sia il mal posizionamento del condilo responsabile dell’alterazione e a malincuore confessa che l’aveva pensato anche lui, facendosi un bite di svincolo per ovviare al problema, senza avvertire giovamenti. Per i non addetti ai lavori un bite è una specie di paradenti che può avere diverse funzioni: svincolare l’occlusione, riposizionare la mandibola ecc. Ne esistono decine di tipi ed in proposito ci sono diverse scuole di pensiero. Comunque il nostro si è costruito un bite di svincolo. Vediamo come funziona.
immagine_5































Il lato sinistro arretra ulteriormente e area e varianza di velocità raggiungono valori incredibili. Gli chiediamo a questo punto di introdurre tra l’emi arcata di sinistra uno spessore in cera, con il seguente risultato:

immagine_6































Area e varianza di velocità si sono normalizzati! Ma ecco che il nostro si lamenta: dice che così sente tirare la muscolatura. Capiamo allora due cose importanti. Il bite che si è fatto è stato tarato permettendo alla muscolatura accorciata di accorciarsi ulteriormente, senza tenere conto del fine corsa rappresentato dal condilo. La tensione che avverte indica che i muscoli vengono allungati, riportandolo in posizione fisiologica. Il nostro stupore è legato al fatto che, nonostante provi fastidio, la sua oscillazione sia nettamente migliorata, possiamo definirla “saggezza del corpo”? Ci poniamo poi un’altra domanda: se si fosse trattato di un paziente normale che avesse avvertito quella sensazione di tensione muscolare, se non adeguatamente informato, sarebbe arrivato a casa e avrebbe lasciato in bella mostra sul comodino il bite? Ecco come la possibilità di un eventuale fallimento terapeutico sarebbe potuta avvenire non per imperizia dell’odontoiatra, ma per scarsa informazione e motivazione del paziente. Ben diverso poter documentare al paziente la differenza ed avvertirlo: la sensazione di tensione indica che il dispositivo sta lavorando correttamente.

E-SHOP LIZARD: I NOSTRI LIBRI
Questo mese abbiamo selezionato per voi i seguenti titoli: "I disordini cranio-mandibolari. Fisioterapia speciale stomatognatica" e "IL BITE: Il primo approccio ai disordini cranio-mandibolari". Vi ricordiamo che, grazie all'acquisto on-line, avrete diritto ad uno sconto del 20% su tutti i titoli delle edizioni Martina.

disordini_cranio-mandibolari"I disordini cranio-mandibolari. Fisioterapia speciale stomatognatica" di U. CAPURSO, I. MARINI, G. ALESSANDRI BONETTI

PREFAZIONE
Nel campo dei disordini cranio-mandibolari, la cui rilevanza nella popolazione è in continuo aumento, i mezzi terapeutici a disposizione sono molteplici e comprendono misure di ordine odontoiatrico, ortopedico, farmacologico, fisico, eventualmente chirurgico. Essi sono inoltre distinguibili in temporanei e definitivi, reversibili o irreversibili, ovvero ancora, da un punto di vista concettuale, in eziologici, sintomatici e "placebo".É evidente l'importanza di instaurare una terapia mirata e causale, modulata individualmente, evitando protocolli rigidi ed univoci, data la multifattorialità del processo patologico ed il fatto che si tratta di un gruppo molto eterogeneo di pazienti, con ciclicità ricorrenti, spesso di difficile conduzione terapeutica in un arco di tempo che travalichi l'aneddotico successo immediato che quasi tutti possono vantare, data la notevole e tipica fluttuazione di segni e sintomi.Alla tradizionale terapia occlusale, di importanza fondamentale solo in una certa aliquota di casi, si devono sovente affiancare tutta una serie di terapie che solo dall'odontoiatra sono definibili complementari e la cui trattazione rappresenta uno degli obiettivi di questo libro.L'approccio al paziente disfunzionale, nonostante i progressi tecnologici di metodiche strumentali sempre più sofisticate, deve seguire, sul piano umano, i vantaggi tangibili della rassicurazione e, su quello scientifico, i criteri della semeiotica tradizionale, che non può essere limitata al distretto stomatognatico, ma. essendo questo parte integrante dell'apparato locomotore, comprendere almeno una visita neurologica ed una valutazione posturale dell'intero corpo, con particolare attenzione alle interrelazioni cranio-cervico- mandibolari. Il problema di sempre, dal primitivo generico quadro sindromico abbozzato in anni ormai passati all'attuale codificazione tassonomica più seguita, era e resta quello diagnostico.Innanzi tutto una diagnosi differenziale estrinseca, nell'ambito del complesso quadro delle algie cranio-cervico-facciali; quindì una diagnosi differenziale intrinseca, che distingua fra le varie patologie: disfunzionali, infiammatorie, degenerative, traumatiche, da disordine di crescita, evidenziando sottogruppi diagnostici dì massima e considerando di ciascuno gli aspetti più salienti, senza trascurare le forme miste che rappresentano evenienze cliniche piuttosto comuni. Questo anche per far fronte alle richieste di chiarificazione da parte degli altri specialisti, che possiamo definire "di confine", i quali con sempre maggiore frequenza ricorrono alla consulenza odontoiatrica nelle patologie algiche di testa, collo, spalle e nelle deficienze posturali. In effetti questo libro ha l'ambizione di non essere dedicato precipuamente agli odontoiatri, ma proprio anche a quanti, dal punto di vista medico o dal punto di vista fisico e riabilitativo, si dedicano con la stessa nostra passione al recupero, non solo fisico ma anche psico-comportamentale, di una categoria di pazienti cronicamente sofferenti, indifesi e spesso disorientati, nell'ottica di una auspicabile collaborazione multidisciplinare.Nel compimento dell'opera, la nostra doverosa riconoscenza va, sul versante delle terapie fisiche, alla ricca preparazione culturale ed alla esperienza clinica della signora Tracy Fairplay, fisiocinesiterapista delle Officine Rizzoli di Bologna (alle quali, fra l'altro, siamo grati debitori di una parte della documentazione illustrativa circa le terapie strumentali), e della signorina Nadia Moriondo, logopedista, presidente dell'Associazione Logopediste Piemontesi. La loro grazia ed avvenenza si unisce ad eccezionali capacità tecniche operative, frutto anche dell'amore per le mansioni che svolgono con generosità ed estrema professionalità.Sul versante medico, ai colleghi dottor Paolo Morselli, chirurgo plastico e maxillo-facciale, e dottor Federico Marini, fisiatra e medico sportivo, per la loro profonda competenza specifica e disinteressata disponibilità.Un grazie infine all'Editore, sempre sensibile ai progressi dell'Odontostomatologia, che con signorilità, accuratezza e munificenza particolare per la parte iconografica, ha conferito alla presente edizione dignità e bellezza. tali da soddisfare appieno le nostre aspirazioni.
Maggio 1996
Gli Autori


il_bite"IL BITE: Il primo approccio ai disordini cranio-mandibolari" di U. CAPURSO
LA PRIMA PAGINA...
LA TERAPIA OCCLUSALE TEMPORANEA NEL TRATTAMENTO DELLE DISFUNZIONI DELL'APPARATO STOMATOGNATICO(NOTE INTRODUTTIVE)
La terapia dei disordini cranio-mandibolari comprende tre grandi categorie di trattamenti:
a) i trattamenti reversibili, ovvero la terapia occlusale temporanea tramite un presidio occlusale (fig. 1.1);
b) i trattamenti irreversibili, ovvero la terapia occlusale definitiva, coi mezzi dell'equilibrazione occlusale, della protesi, dell'ortodonzia, della chirurgia ortognatica;
c) i trattamenti complementari, che contemplano un approccio multidisciplinare (fig. 1.2).Un grande maestro della gnatologia clinica come Welden Bell ha ribadito tre principi capitali irrinunciabili per il terapeuta:
- la diagnosi deve sempre precedere qualsivoglia trattamento;
- il trattamento irreversibile può essere intrapreso solo dopo l'abbattimento di tutti i sintomi algici;
- ogni trattamento deve essere mirato e personalizzato.L'obiettivo della terapia occlusale temporanea è quello di modificare in modo rapido lo schema occlusale del paziente, punto di arrivo e di partenza o comunque di riferimento dei movimenti mandibolari, quindi di influenzare anche in modo determinante il suo pattern dinamico, senza intervenire in modo permanente sui denti o su altre strutture masticatorie.Si ha in tutti i casi un disingranamento dentario con inevitabile e spesso voluto rialzo della dimensione verticale di occlusione.Si cerca inoltre di collocare la mandibola in un corretto rapporto col mascellare superiore, di riposizionare eventualmente il condilo nella fossa glenoide del temporale e di favorire una attività dell'apparato muscolare nei limiti della norma, bilateralmente bilanciata.Mentre per i primi aspetti l'azione è squisitamente meccanica, per l'ultimo è necessaria una armonizzazione delle informazioni afferenti ed una regolazione delle risposte efferenti del sistema nervoso centraleIl mezzo più semplice per ottenere ciò sono le cosiddette placche occlusali (splint o bite o occlusal appliance nella dizione anglosassone), una sorta di doccia removibile applicata ad una delle arcate dentarie per interrompere o variare il contatto interarcate preesistente. Esse rappresentano il primo, immediato e reversibile approccio terapeutico in caso di disfunzione dell'apparato stomatognatico (figg. 1.3, 1.4).Storicamente il primo autore che ha proposto un simile trattamento è stato Karolyi, che agli inizi del secolo scorso introdusse l'uso di mezzi di fissazione occlusale in vulcanite per la terapia della piorrea in generale e del trauma occlusale in particolare (di qui il famoso "effetto Karolyi" con cui, per anni, fu definito il bruxismo).In seguito furono proposti molteplici tipi di apparecchi occlusali temporanei che rispondevano ai presupposti teorici, talvolta arbitrari, degli autori che li avevano ideati e messi in opera (fig. 1.5).Il fine principale comunque perseguito dalle diverse Scuole è quello di isolare dal sistema masticatorio le relazioni di contatto dei denti senza introdurre possibilmente influenze nocive, dovute alla presenza della doccia stessa. La placca innanzi tutto può essere applicata all'arcata superiore o all'inferiore. La sede del contatto fra superficie della placca e denti è solo anteriore, solo posteriore o contemporaneamente antero-posteriore. Il tipo di contatto è liscio, libero oppure ingranato, vincolante. La mandibola può avere, in genere con un minimo contatto anteriore fra denti e placca, una deprogrammazione neuromuscolare o, con contatti distribuiti opportunamente, essere stabilizzata (figg. 1.6, 1.7) oppure subire un vero trattamento ortopedico. I denti, a loro volta, possono essere completamente svincolati ovvero stabilizzati dal presidio occlusale o ancora può essere guidato qualche piccolo spostamento ortodontico (estrusioni, lievi torque incisivi).Il tempo di applicazione può variare da poche ore, come ad esempio in casi di protezione notturna per intensa attività parafunzionale (figg. 1.8, 1.9), all'intera giornata.
I materiali utilizzati possono essere resine acriliche morbide, semi-rigide o dure (indurite "a freddo", stampate o cotte) o addirittura leghe metalliche.Le tecniche costruttive sono varie e dipendono dall'urgenza dell'intervento, dal back ground dello studio professionale, dalle istruzioni più o meno dettagliate fornite al laboratorio esterno; pertanto essere classificate come: dirette, indirette, miste.

GLI APPUNTAMENTI DI MAGGIO E GIUGNO
Ecco un breve riepilogo degli eventi formativi per il mese di maggio e di giugno. Vi ricordiamo che i programmi dettagliati sono scaricabili alla pagina "Formazione" e "Convegni" del nostro sito.
- Corso Teorico Gratuito di Gnatologia e Postura, Marina di Massa 17 maggio 2008
- Progetto Giacobbe IV Edizione - "Il Corpo Umano nel suo divenire ed interventi per rigenerarlo quando colpito da traumi congeniti, acquisiti e/o per deperimento da vecchiaia" presso Exposanità Bologna, 30 maggio 2008: scarica il programma in pdf giacobbe-gray
- Corso di Qi Gong Tai Chi Medico per l'artrite, Bologna 7-8 giugno 2008
- Corso di Aggiornamento Teorico-Pratico Lizard 13-14 giugno 2008
Vi ricordiamo e vi preghiamo di affrettarvi nella prenotazione dei corsi e degli eventuali alloggi.







(fonte: www.lizardmed.eu)
[Modificato da LizardUltimate 01/07/2009 12:28]